Un arancino come messaggio di integrazione

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La nuova edizione di Chicchi, riso e uva di Sicilia si aprirà con un piatto particolarmente significativo, un entrée che porta in sé un messaggio ben preciso: “No a razzismo e odio sociale. Sì a pace, condivisione e integrazione”.
La manifestazione enogastronomica, ideata e organizzata da Antonio Rosano e Giovanni Samperi, è in programma domenica 8 settembre 2019 alle ore 20,30 a Masseria Carminello, in via Carminello 21, Valverde (Ct) e vedrà ai fornelli cinque straordinari chef: Giuliano Baldessari (stella Michelin al ristorante Aqua Crua di Barbarano Vicentino), Cristina Bowerman (stella Michelin al Glass Hostaria di Roma), Alessandro Ingiulla (stella Michelin al Sapio Restaurant di Catania), Giuseppe Raciti (chef di Zash Country Boutique hotel di Archi Riposto) e Salvatore Vicari (chef del Ristorante Vicari di Noto).
Ad accogliere i clienti sarà, invece, l’arancino nero chiamato per l’occasione Punti di vista, preparato a quattro mani dagli chef di Masseria Carminello, Samuel Paternò e Rosario Terranova, che propongono, in versione gourmet, il piatto forte del locale di Valverde, la caponata nera. “Sentiamo il bisogno, in questo momento storico e sociale così delicato, di lanciare un messaggio positivo – spiegano Antonio Rosano e Giovanni Samperi – Questo arancino nero vuole proprio essere un simbolo di pace e un invito alla condivisione e all’integrazione. Lanciare un messaggio attraverso il cibo per noi è particolarmente importante. La cucina siciliana deriva infatti da varie culture, ha tratto nei secoli spunti da varie nazionalità e proprio per questo rappresenta il modo migliore per unire la gente”.
L’edizione 2019 di Chicchi, riso e uva di Sicilia sarà presentata da Valentina Grippaldi e dal giornalista Antonio Iacona, direttore di Enonews.it, e avrà il sostegno dell’associazione Ais (Associazione italiana sommelier).
I cinque chef proporranno una versione personale e creativa dell’arancino: Giuliano Baldessari preparerà la Levitata. Gli ingredienti? Leggerezza, colore e la rugiada della notte di San Giovanni. Cristina Bowerman ha scelto l’Arancino Roma-Catania (uniti dall’amore per bottarga, colatura e alici); Alessandro Ingiulla preparerà l’Arancino crosta al nero di seppia con melanzana affumicata e mozzarella di bufala; Giuseppe Raciti ha optato per l’Arancino alla carbonara di tartufo, infine Salvatore Vicari presenterà Chicchirichì fa l’arancino, farcito con pollo al barbecue e patate.
I piatti saranno accompagnati dai vini commentati dalla sommelier Maria Grazia Barbagallo, delegata Ais per la provincia di Catania e responsabile della didattica Ais per la Sicilia.

I cinque chef:
Giuliano Baldessari
La sua città è Roncegno Terme, circondata da alberghi e ristoranti. È lì che nasce la passione di Giuliano per la cucina e per l’ospitalità. Dopo gli studi al Macrosettore Alberghiero del centro di formazione di Levico Terme, inizia a lavorare in varie strutture alberghiere per poi arrivare a girare il mondo sulle navi da crociera.
In Francia, Baldessari incontra Massimiliano Alajmo, che lo porterà come sous-chef alle Calandre nel 2003. Nel 2013 lo chef decide di aprire un locale tutto suo. Nasce così Aqua Crua, che in poco più di un anno riceve il premio Miglior Cucina Creativa dell’Alpe Adria dalla Guida Magnar Ben, si aggiudica lo Sparkling Menu di Villa Franciacorta e gli viene riconosciuta, a fine 2015, la sua prima stella Michelin. Giuliano Baldessari è stato giudice del famoso programma televisivo Top Chef.

Cristina Bowerman
Chef italiana che ha conseguito una stella Michelin e diversi altri prestigiosi riconoscimenti. È nata in Italia a Cerignola, in provincia di Foggia (Puglia).
Quella di Cristina è una storia appassionante, composta di mille capitoli, che lei stessa ha raccontato nel suo primo libro, pubblicato nel 2014 da Mondadori: Da Cerignola a San Francisco e ritorno – La mia vita di chef controcorrente. Aldilà di creatività e qualità delle sue invenzioni culinarie, la figura di Cristina Bowerman è considerata emblematica anche per via del percorso professionale che è stata in grado di tracciare, in un ambiente – come quello dell’alta ristorazione – estremamente sbilanciato verso la rappresentanza maschile. Un valore che le è stato riconosciuto anche in occasione di TEDxMilano Women, evento italiano organizzato per raccontare e valorizzare “idee che meritano di essere vissute”.

Alessandro Ingiulla
È lo chef proprietario del Ristorante Sapio di Catania che nel novembre scorso ha conquistato la stella Michelin, la prima della città. Dal 2013 al 2016 ha lavorato in Austria avviando le cucine di alberghi a cinque stelle per conto di una catena austro altesina. Durante un viaggio di ritorno in Sicilia, insieme alla compagna Roberta, ha deciso di fare per sé quel che facevano per altri. Trovano così una bottega in via Messina a Catania, un piccolo ristorante con 15 posti a sedere, presto insignito di un importante riconoscimento come la stella Michelin.

Giuseppe Raciti
“Amo stare con la gente ed ascoltare: chiunque ha qualcosa da trasferire. Mi piace apprendere e confrontarmi con culture diverse dalla mia”. Giuseppe Raciti ha iniziato a lavorare all’età di 13 anni. “La mia voglia di crescere era tale che a 16 anni sono partito per la Svizzera”.
Passa da un Cantone all’altro, dal Palace di Gdtaad al Kulm Hotel a St.Moritz, da Villa Principe Leopoldo a Lugano allo Le Chalet D ‘Adrien di Verbier. Importante l’incontro con il Maestro Ezio Santin all’Antica Osteria del Ponte. Torna in Sicilia per un’altra significativa esperienza lavorativa al San Domenico di Taormina. Oggi è titolare del Zash country boutique hotel.

Salvatore Vicari
Ha la passione per la cucina da quando è nato 33 anni fa. Sono ancora vivi in lui i ricordi di profumi e sapori delle “magie” che uscivano dal forno a legna la domenica mattina in campagna, le cotture odissiache dei legumi nella pentola in ghisa sulla cucina francese a casa della nonna. Inizia pieno di entusiasmo, da autodidatta, facendo esperienza sul campo, lavorando sodo e frequentando Corrado Assenza, non solo in quanto cliente e degustatore dello stimato “Caffè Sicilia” ma anche come allievo attento e buon ascoltatore. Il più grande insegnamento è stato aver capito la necessità di usare materie prime di qualità per ottenere risultati soddisfacenti. Ha rappresentato la città di Noto ad Expo Milano 2015, con un cooking show e una cena che sono stati occasione per raccontare storie, ricette, segreti, aneddoti gastronomici.

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