Il Seminario Veronelli comunica le eccellenze enologiche che, nell’edizione 2020 della storica guida ai vini italiani, hanno conseguito il titolo di Tre Stelle Oro, Grande Esordio e Miglior Assaggio. In questa selezione di “capolavori liquidi” primeggia il Piemonte per numero di riconoscimenti, ma è toscano il Miglior Vino Rosso dell’anno, unica etichetta ad aggiudicarsi l’eccezionale giudizio di 100/100.
Milano, 9 ottobre 2019 – Mancano poco più di due settimane alla presentazione in anteprima della Guida Oro I Vini di Veronelli 2020, prevista giovedì 24 ottobre a Venezia, presso l’Isola di San Giorgio Maggiore, sede di Fondazione Giorgio Cini e dell’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli. In attesa di svelare novità e conferme di un’edizione particolarmente ricca, il Seminario Permanente Luigi Veronelli, associazione senza scopo di lucro che redige e pubblica il volume, ha comunicato alcune importanti anticipazioni in occasione dell’evento organizzato questa mattina all’interno della Milano Wine Week.
In primo luogo, il nuovo simbolo che identifica le eccellenze vitivinicole: le Tre Stelle Oro che i Curatori Gigi Brozzoni, Marco Magnoli e Alessandra Piubello hanno assegnato ai campioni valutati con punteggio uguale o superiore a 94/100. Su 16.766 vini recensiti, solo 395 hanno ottenuto questo riconoscimento e, nel consueto confronto regionale, anche quest’anno è il Piemonte a condurre la classifica per numero di premi conseguiti con ben 123 Tre Stelle Oro, seguito dalla Toscana con 104 e, molto staccato, dal Veneto con 24 vini “orostellati”.
In netta crescita, rispetto all’edizione precedente, il numero dei Grandi Esordi, vini che, recensiti per la prima volta, hanno sorpreso i curatori raggiungendo o superando la soglia dei 94/100: 38 debuttanti contraddistinti in Guida dal fiore d’oro.
Protagonisti dell’incontro di oggi, denominato NumeriUno: i Migliori Assaggi della Guida Veronelli 2020 sono stati, però, i cinque vini che, rispettiva nella tipologia, hanno conseguito il più elevato giudizio in centesimi. Ecco, dunque, i vertici della vitivinicoltura italiana secondo la Guida Oro I Vini di Veronelli 2020:
Miglior Vino Spumante
Franciacorta Extra Brut Rosé Riserva Annamaria Clementi 2009
Ca’ del Bosco (Erbusco, Brescia)
Miglior Vino Bianco
Alto Adige Terlaner I Grande Cuvée 2016
Cantina Terlano (Terlano-Terlan, Bolzano)
Miglior Vino Rosato
Valtènesi Riviera del Garda Classico Chiaretto Molmenti 2016
Costaripa (Moniga del Garda, Brescia)
Miglior Vino Rosso
Masseto Toscana 2016
Tenuta Masseto (Castagneto Carducci, Livorno)
Miglior Vino Dolce o da Meditazione
Vernaccia di Oristano Antico Gregori 1976
Contini Attilio (Cabras, Oristano)
«Migliori Assaggi, Tre Stelle Oro e Grandi Esordi corrispondono, per la Guida Veronelli, ai vertici qualitativi della produzione vitivinicola italiana. Dal Sudtirolo a Pantelleria, ad ogni latitudine i Produttori italiani hanno saputo valorizzare al meglio le sinergie tra ambiente, vitigno e lavoro dell’uomo. Riteniamo che i Migliori Assaggi, cui abbiamo dedicato l’appuntamento di oggi, abbiano un valore fondamentale per l’intera comunità del vino: cinque vini d’Italia in grado di confrontarsi con le migliori produzioni mondiali sono una dimostrazione concreta delle nostre potenzialità qualitative. Inoltre, il fatto che quest’anno la Guida abbia assegnato al Masseto Toscana 2016 di Tenuta Masseto l’eccezionale valutazione di 100/100 riservata, nell’edizione precedente, ad un vino decisamente diverso come il Barolo Granbussia 2009 di Poderi Aldo Conterno testimonia la preziosa variabilità di riferimenti e di stili, anche ai massimi livelli, che caratterizza il nostro tessuto produttivo: una ricchezza di cui essere orgogliosi.» dichiara Andrea Bonini, Direttore del Seminario Veronelli.
Per ogni ulteriore informazione sulla Guida Oro I Vini di Veronelli 2020 è necessario attendere l’anteprima veneziana di giovedì 24 ottobre, quando saranno comunicati, tra l’altro, i dieci vini insigni del premio speciale della pubblicazione, il Sole un tempo assegnato personalmente da Luigi Veronelli e ora attribuito in modo collegiale dalla Redazione a dieci “racconti in forma di vino” rappresentativi della competenza, dell’impegno e della creatività dei vignaioli italiani.