La sesta edizione del festival che lascia per la prima volta Milano per la città più veg-friendly d’Italia (Torino), si è aperta con un convegno a più voci provenienti dai più disparati ambiti lavorativi e culturali, ma tutti accomunati da un unico comune denominatore: la preoccupazione per il cambiamento climatico e l’impegno ambientalista. Chef Pietro Leemann e Gabriele Eschenazi, ideatori del festi-val, hanno salutato il pubblico, la stampa e i rappresentanti dei partner intervenuti e, dopo i ringraziamenti per l’ospitalità offerta da Edit e Lavazza, hanno lasciato la prima parola a Chiara Giacosa, consigliera del Comune di Torino. La signora Giacosa ha e-spresso tutto il suo personale orgoglio e soddisfazione per la presenza di un festival di cultura vegana che a Torino mancava da diversi anni. Il palco del convegno è poi pas-sato al tema cruciale del festival di quest’anno: il cibo del futuro che è già presente e come viene percepito dalle giovani generazioni. Un binomio, quello tra alimentazione e giovani, soprattutto alla luce dei recenti movimenti ambientalisti, che il sondaggio svolto da Eumetra RM in collaborazione con TVC/Lavazza ha voluto scandagliare, cer-cando di capire quanta consapevolezza c’è tra i giovanissimi sul legame tra produzione alimentare e inquinamento; che è uno dei temi caldi del festival dalla sua fondazione. Renato Mannheimer ha commentato dal vivo i 10 quesiti dell’indagine che ha coinvolto 806 ragazzi tra i 16 e i 23 anni, ben distribuiti tra i due sessi, l’età e la provenienza geografica lungo tutto lo stivale.
Secondo la lettura di Mannheimer, i risultati raccolti svelano un aspetto insospettabile ed estremamente interessante dei giovani italiani di oggi, anche per le aziende: i no-stri ragazzi fanno riflessioni sull’alimentazione, si pongono delle domande, contraria-mente forse a quello che generalmente si può pensare. Lo dice chiaramente quel 48% di ragazzi che alla domanda ‘sei soddisfatto di quello che mangi?’, ha risposto negati-vamente, rivelando un vuoto di informazione, ma anche di esigenze – e di bisogni – mancanti e insoddisfatti. Un vuoto che un festival come The Vegetarian Chance, nato per suggerire abitudini alimentari e approcci diversi alla tavola e alla alimentazione, cerca di colmare e al quale cerca di rispondere.
Sorvolando su curiosità più prosaiche, come quella di conoscere la percentuale di ra-gazzi che comprendono la differenza tra un vegetariano e un vegano o la loro propen-sione – o meno – ad imitarli, Mannheimer si è detto soprattutto stupito dal risultato dell’ultima domanda posta al giovane campione esaminato: ‘Come ti sembra il cibo a base vegetale?’, quesito che assegnava un punteggio da 1 a 6 da esprimere su due voci: il gusto e la varietà. Incredibilmente il 61% trova il cibo vegetale più vario e il 58% più gustoso, rivelando ancora una volta un mercato potenziale molto interessan-te dove aziende alimentari e anche offerta ristorativa e gastronomica possono gareg-giare per attirare e cercare di soddisfare clienti potenzialmente molto ben disposti.
I risultati del sondaggio hanno lasciato tutti soddisfatti, dallo stesso chef Leemann che vede nelle giovani generazioni – attraverso le opinioni raccolte – un atteggiamento di apertura e di dialogo e quindi ben augurante anche per la stessa missioni del festival. Ugualmente ha sottolineato, ancora una volta, la responsabilità degli chef e di chi fa il suo lavoro, nel traghettare anche le giovani generazioni verso scelte più sane e soste-nibili, come l’alimentazione a base vegetale, utilizzando anche leve quali il gusto. An-che per Giovanni Buccheri (Innovazione e Sostenibilità Naturasì) i risultati del sondag-gio sono assolutamente positivi ed entusiasmanti, leggendo una realtà nuova che solo venti, trenta anni fa era inimmaginabile: un consesso di persone e professionisti rac-colti per ragionare intorno al cibo del futuro, già a portata di mano. Ed è ancora più incoraggiante, aggiunge Buccheri, sapere che i giovani si pongano domande intorno al cibo, alla sua provenienza, a come viene prodotto, all’impatto che ha la sua produzio-ne sull’ambiente.
Il panel dei partner ha visto poi l’intervento del direttore marketing per l’Italia di Rico-la, altro partner storico del festival, Emanuela Busi che ha ricordato come l’azienda famosa per le sue caramelle alle 13 erbe, conservi nel suo dna la preoccupazione della biodiversità e come cerchi, anche attraverso l’iniziativa ‘Orto in condotta’ in collabora-zione con Slowfood, di portare questa cultura e questa lungimiranza anche nelle scuo-le.
La sessione del mattino del convegno si è concluso con le proiezioni del The Vegeta-rian Tour della ‘carta’ di chef Leemann, per una cucina più sana e sostenibile nelle cu-cine dei suoi colleghi e la video-intervista di Gabriele Eschenazi allo scrittore e saggi-sta Jonathan Safran Foer, realizzata in occasione del tour italiano della presentazione del suo libro ‘Possiamo salvare la terra, prima di cena. Perché il clima siamo noi’, ed. Guanda.
www.thevegetarianchance.org