“Alla crisi inaspettata dei mesi scorsi, in quest’anno un po’ rocambolesco, abbiamo reagito riaprendo e raddoppiando la nostra scommessa. La ricerca del progetto che presentiamo oggi è nata circa un anno fa, con Mattia Cilia, quando abbiamo deciso di sposare la filosofia della mixology e della distilleria con quella della cucina, la nostra cucina”.
Morena Benenati, sommelier e, soprattutto, ottima padrona di casa al Kisté, il secondo locale dello Chef stellato Pietro D’Agostino a Taormina, ha le idee chiare: a questi mesi di lockdown e di blocco economico si deve rispondere con nuova grinta e nuovi progetti. Come quello presentato nei giorni scorsi proprio al Kistè, forti di una drink list che riuscisse a parlare siciliano e a trasmettere anche nella miscelazione dei cocktail lo spirito e la qualità delle aziende agroalimentari che collaborano da tempo con la realtà di D’Agostino. Un progetto nato appunto con la collaborazione di uno dei tre migliori bartender al mondo, il vittoriese Mattia Cilia.
“Volevamo trovare un’idea innovativa del buon bere attraverso le buone cose – ha proseguito Morena – e l’abbiamo trovata dopo tanto sperimentare. Ci siamo lasciati alle spalle la titubanza e adesso vogliamo correre”.
Raccontare un’isola come la Sicilia attraverso dei cocktail a chilometro zero, che solo cocktail non sono, dunque si può. Hanno i nomi suggestivi di Terrazza sull’Etna, Profumo di vulcano, Kisté Cordial Sour, Nel blu dipinto di blu… e ancora, Mediterraneo, Femme fatale, Kisté Mule, Lavica, Isola, Triskele, Cola-pesce, Il carretto. Ciascuno di essi è in grado di dirci cose nuove, grazie soprattutto agli ingredienti utilizzati: materie prime siciliane, selezionate direttamente dallo chef che ne firma l’etichetta con il marchio IO PIETRO D’AGOSTINO. Dal vino Piano della Ghirlanda, uno Zibibbo secco di Pantelleria proveniente dall’azienda Francesco Rizzo, ai liquori Mediterann-IO di Giardini D’Amore alle fragranze di Zagara e Gelsomino, passando per pomodorini datterini, finocchietto, i mieli di castagno, nespolo ed agrumi di api nere sicule del produttore Claudio Meli, ortaggi e frutta di stagione.
“È sempre stimolante avere nuovi obiettivi e nuove sfide da affrontare – ha detto Mattia Cilia durante la presentazione –. Quando ci siamo conosciuti con Pietro e Morena, eravamo impegnati nella formazione. Abbiamo avuto modo di conoscerci e di approfondire i metodi lavoro. Sono convinto che anche in Sicilia ci siano molte risorse e tanta professionalità e loro due hanno sempre creduto nel territorio e nei loro produttori. L’idea dei drink, infatti, nasce dalla territorialità, da prodotti che troviamo normalmente sulle nostre tavole, inserendo nel nostro lavoro di bartender tante tecniche di cucina, con preparazioni fatte interamente da noi. Niente di industriale o chimico. Tutti elementi che valorizzano la gamma aromatica dei prodotti”.
Durante la presentazione, è giunto anche il saluto del sindaco di Taormina, Mario Bolognari: “La situazione è difficile per le caratteristiche della nostra città, simili solo a poche, come Sorrento o Venezia – ha detto il primo cittadino – con cui condividiamo una certa tipologia di turismo che tarderà ancora a ripartire. I nostri turisti sono principalmente stranieri e questo, da medaglia al valore si è improvvisamente trasformato in un ostacolo. Ai trasporti limitati si è aggiunto un certo blocco psicologico. Ma noi dobbiamo crederci, come avete fatto voi, maestri della socializzazione, che aprite in modo eroico. Anche la ristorazione, il food, il vino stesso vanno reinventati”.
Da quando è nato, Kisté ha sempre avuto una propria personalità, la propria indipendenza dalla più rinomata La Capinera, primo grande amore di Pietro D’Agostino. Il suo essere incastonato nel cuore di Taormina in un palazzo storico e vincolato ai primi del Novecento come patrimonio artistico, gli ha fatto assumere negli anni il profilo di locale raffinato e giovane, dalla formula easy ed elegante allo stesso tempo, dove poter trascorrere piacevoli ore in compagnia, adesso anche soltanto sorseggiando un drink tutto siciliano. Tanto la nostra terra e la cucina dello chef la ritroviamo lo stesso…