Provate a mettere insieme arte e cibo ed ecco nascere il connubio perfetto per la realizzazione dell’evento geniale, artistico, emozionale dello Chef Filippo Cogliandro.
Nelle scorse settimane, Reggio Calabria è stata la cornice della cena di gala che si è tenuta nei locali dell’Accademia Gourmet dello Chef. Emozioni, stupore, meraviglia e sorprese ha regalato la serata curata dalla direzione artistica di Elisabetta Marcianò. Una cena diversa dal solito e con un progetto importante: fare apprezzare l’arte, il buon cibo e promuovere il territorio calabrese.
Si parte da Reggio Calabria, appunto, città spesse volte etichettata “di transito”, nonostante le meraviglie che offre: il Museo Archeologico Nazionale, tra i più importanti d’Italia nonché d’Europa, in quanto più rappresentativo del periodo della Magna Grecia. Nota principalmente per l’esposizione dei Bronzi di Riace, al suo interno racchiude dei veri tesori dalla Preistoria della tarda Età Romana. Un vero gioiello, che vale da solo un viaggio! E poi, il lungomare Falcomatà, tra i più belli d’Italia, quasi 2 chilometri, offre un percorso interessante ricco di storia, ma anche un concentrato di piante tropicali, palmizi, secolari ficus magnolioides, e ancora opere d’arte dell’artista Rabarama, edifici liberty, l’Arena dello Stretto, moderno teatro con un panorama mozzafiato sullo Stretto di Messina e sulla Sicilia, le terme romane, le mura greche dell’antica città. E’ davvero impossibile annoiarsi lungo il percorso, il museo a cielo aperto è un susseguirsi di meraviglie.
Ecco, in questa cornice così suggestiva, lo Chef Filippo Cogliandro ha voluto stupire e far conoscere con un tour dedicato alla stampa le ricchezze della città, affinché Reggio Calabria possa ritornare agli antichi splendori di un tempo e considerarla una tappa obbligatoria. Ma le sorprese continuano. Filippo è un amante dell’arte, quell’arte che lo contraddistingue nella sua professionalità. Da ciò prende con vigore il suo progetto: raccontare attraverso le creazioni culinarie le opere d’arte. Ben otto portate estrapolate dal ricettario scritto dal famoso pittore spagnolo Salvador Dalì, una riproduzione fedele delle ricette originali e con attenzione nella ricerca di materie prime calabresi. Salvador Dalì, ospitato nella sala del suo ristorante al primo piano di un palazzo che si affaccia sullo Stretto, è stato protagonista indiscusso della collezione privata di ben 17 opere. Eccentrico, bizzarro, irritante, amante di tutto ciò che era dorato, stravagante, i suoi atteggiamenti eccessivi hanno in alcuni casi catturato l’attenzione più delle sue stesse opere. Si è servito di simboli nella sua arte: orologi molli, l’elefante, varie specie di animali: le formiche, la chiocciola, le locuste e l’uovo…
Ed è con l’uovo che inizia il viaggio gastronomico di Filippo. Nella raffinata sala da pranzo, allestita con un grande proiettore, immagini di Salvador Dalì accompagnano l’evento. Il primo piatto servito è “uova di quaglia alle perle”, una soffice spuma bianca, quasi eterea, accompagnata da sfere di caviale; segue un soufflé di Boudin alle castagne, stupore con la patata aspromontana ripiena di carne, piccole opere d’arte servite da camerieri che per l’occasione diventano tutti dei Dalì, indossando una maschera che lo raffigurano. Le portate non si arrestano: è la pasta franco-italiana ad essere servita e, subito dopo, un riso alla salsiccia. Siamo quasi sul finire; è la volta dell’arrosto di manzo in agrodolce con una purea verde e, dulcis in fundo, arrivano i dolci: Soufflé Kocisky e timballo Eliseo.
Una cena sensoriale, un percorso artistico-culinario che ha premiato ancora una volta la bravura di Filippo Cogliandro, un progetto unico che continuerà a dare sempre più soddisfazioni.
Buona parte del ricavato della cena sarà devoluto al restauro di un’opera d’arte calabrese.