“Dobbiamo ammettere che questi incontri in presenza ci sono mancati. Incontri che finalmente torniamo ad organizzare e che affrontano argomenti molto importanti per la vostra formazione e crescita professionale. I temi che trattiamo, infatti, li avete già conosciuti durante le vostre ore di didattica e nei laboratori e questi approfondimenti hanno l’obiettivo di accrescere le vostre competenze e di orientarvi nelle scelte lavorative future”.
Così, con la passione e l’entusiasmo che la contraddistinguono, la dirigente scolastica dell’IPSSEOA “Giovanni Falcone” di Giarre (CT), Monica Insanguine, ha accolto lo scorso 7 dicembre alunni e relatori di un gradevole quanto interessante incontro su un tema quanto mai attuale: “Olio, elisir del Mediterraneo” ( Home Page Istituto (alberghierogiarre.edu.it) ). Un tavolo ben assortito, quello degli ospiti, che ha messo insieme un professore universitario, Vittorio Calabrese, ordinario di Biochimica clinica all’Ateneo catanese, un produttore di olio evo, Luigi Feminò, dell’omonima azienda di famiglia, una esperta ed apprezzata professionista del mondo del vino e dell’olio, Agata Arancio, vicepresidente della Fondazione Italiana Sommelier sezione Sicilia, ed una docente interna all’Istituto, la professoressa Ester Vitale, che insegna Scienza degli alimenti e che ha moderato l’incontro. Tutti accomunati dall’ingrediente della passione per la propria attività e le proprie scelte di vita.
“Come Istituto – ha detto Ester Vitale – proponiamo ogni anno diverse attività legate al mondo del cibo e della nutrizione, così come lo scorso 16 ottobre, Giornata internazionale dell’alimentazione. E l’olio, oggi, ci dà grandi spunti per poter ribadire i suoi aspetti organolettici e salutistici”. È stata la stessa Ester Vitale, poi, a ricordare ai ragazzi quanto l’ulivo sia parte integrante della nostra cultura e della storia dell’uomo, dai primordi ai passi della Bibbia, dai simboli mitologici fino alla poesia. Finanche ai nostri simboli istituzionali, aggiungiamo noi, come il ramo di ulivo che abbraccia la stella della Repubblica Italiana, assieme al ramo di quercia.
“Sono queste testimonianze e questi incontri interessanti che stimolano e influenzano positivamente le nostre scelte di vita e professionali – ha aggiunto il prof. Calabrese – e sorrido se penso a come sono diventato biochimico clinico, io che da giovane volevo diventare un affermato neurochirurgo. L’incontro con un professore statunitense fu folgorante e mi fece cambiare rotta. Oggi – ha ribadito, poi, il docente – c’è una maggiore attenzione sul forte legame tra il cibo e la nostra salute. L’olio rappresenta uno di quegli elementi fondamentali che preservano la nostra giovinezza e che in cucina bisogna essere in grado di usare nel migliore dei modi”.
“Come in tutte le professioni, anche nella mia scelta ho incontrato pro e contro, ma sono sempre stato spinto, e continuo ad esserlo, dalla grande passione per questo mondo – ha confermato il produttore Luigi Feminò. – Con la nostra azienda lavoriamo con il settore turistico e l’Ho.Re.Ca. ed il nostro obiettivo è quello di far vedere soprattutto fuori dalla Sicilia ciò che di grande riusciamo a fare in questa terra. Mi sono scommesso in questa nuova avventura sei anni fa e sono tuttora convinto che l’olio ha ancora tanto da raccontare e che negli anni ci saranno margini di progresso e ulteriore miglioramento”.
“L’olio ha una storia antica, ma una cultura recente – ha sottolineato la vicepresidente FIS Sicilia, Agata Arancio. – Luigi Veronelli fu uno dei grandi pionieri che ci svelò i presupposti di questo mondo. Tra i compiti di FIS c’è anche quello di formare i sommelier dell’olio. Ci contraddistingue l’amore per i piccoli produttori che fanno oli evo di grande qualità. Anche l’olio, proprio come il vino, deve essere comunicato a tavola attraverso un buon servizio ed ecco, allora, che la carta degli oli nei ristoranti diventa un elemento essenziale. L’unico modo che si ha per comunicare con emozione e professionalità anche l’olio è quello di conoscere, conoscere, conoscere!”.
Le numerose domande che i ragazzi presenti hanno posto ai relatori è stato un ulteriore indice della grande attenzione che hanno dimostrato nei confronti del tema trattato.
Anche la “pausa pranzo” prevista dall’Istituto è stata all’insegna dell’olio evo, elisir del Mediterraneo. Un aperitivo e tante portate che hanno rivelato, ancora una volta, l’alto livello didattico e pratico raggiunto dalle classi coinvolte. Ad aprire le danze è stato, infatti, un Sorbetto al pomodoro piccadilly, con polvere di olive, spuma di Provola dei Nebrodi DOP ed olio dell’azienda Barone di Miceli. Tutti dell’azienda Feminò, invece, gli altri oli evo utilizzati per le portate successive. Lo Zefiro per il Sashimi di tonno, con vellutata di sedano bianco, nocciole dell’Etna in due consistenze, Chutney di cipolla nostrana, acqua di mare e schiuma d’olio.
Olio Grecale, poi, per la Pasta chi rocculi arriminati e muddica atturrata. Ed ancora, olio Levante per il Baccalà cotto in coccio ai sapori siculi, datterini di Comiso confit, capperi di Pantelleria IGP e cucuzza spinusa al cartoccio. Infine, olio Etesia, sempre dell’azienda Feminò, per condire il gelato nel dessert Trasparenza di panettone.
Abbinati alle portate, lo Spumante Brut Valdemone della Cantina Tornatore e l’Etna Rosato DOP della Cantina Vivera.
Tutte le portate che abbiamo elencato, forse un po’ freddamente, sono state invece presentate magistralmente dai gruppi di alunni intervenuti per la preparazione del pranzo. Allievi impeccabili, a tratti emozionati, molto consapevoli di quanto avevano realizzato, fieri di avere utilizzato i prodotti della loro isola e, forse, già consci di ciò che andranno a fare una volta conquistato il diploma dell’Istituto. Merito anche di una classe docente e dirigente molto attenta alle loro esigenze ed alla loro formazione didattica e pratica, con, oltre alla dirigente Insanguine ed alla professoressa Vitale, i docenti intervenuti all’evento: Alessandro D’Urso e Rosario Zappalà per la sala e Moreno Emmi per la cucina.