Il Syrah è il vitigno internazionale più siciliano: questa è una certezza, che parte dai quasi 5 mila ettari vitati nell’Isola dedicati a quest’uva, tanto generosa quanto rinomata. E che oggi siciliana si sente più che mai! Anche questo dato interessante è emerso, assieme a tanti altri, durante la degustazione dedicata proprio al Syrah in occasione della X edizione del Premio Mediterraneo Packaging, organizzato nei giorni scorsi a Castellammare del Golfo (TP) dal magazine EgNews, con il direttore responsabile Piero Rotolo e l’editore Francesco Turri.
La degustazione è stata allestita nello storico salone del Cinquecentenario del Comune trapanese ed è stata condotta, come sempre magistralmente, dal giornalista e sommelier Luigi Salvo.
Se si dice Syrah, dunque, non si pensa più soltanto alla Valle del Rodano (sua terra d’elezione!), o alla Toscana, o alla Nuova Zelanda e all’Australia… Anche la Sicilia è una degna e nobile rappresentante di queste produzioni, che dedica al vitigno circa il 5% della sua superficie vitata regionale. Tra l’altro, proprio le produzioni siciliane hanno caratteristiche uniche rispetto al resto del mondo. Sono ricche di colori accesi, grazie agli antociani, e hanno una buona resa per ettaro. Tutte le produzioni sono racchiuse nella DOC Sicilia ed è possibile imbottigliarlo anche come IGT.
La sua uva è generosa ed è molto importante l’epoca di raccolta. Non necessita di eccessiva irrigazione e ha importanti elementi tannici. Si comporta bene anche con il legno, non solo quando incontra l’acciaio per il proprio affinamento. Lo stesso Luigi Salvo ha parlato dei Syrah siciliani come di una “interessante fusione tra i Syrah europei e i Syrah del Nuovo Mondo”.
I vini nati da queste uve presentano caratteristiche di opulenza, richiami di pepe nero e note speziate, di confettura e frutta matura. E la degustazione che il PMP gli ha voluto dedicare ha confermato molti di questi aspetti.
I VINI DEGUSTATI
Maenza, Jacques, IGP Terre Siciliane
Siamo a Camporeale, nel Palermitano. Un’etichetta interessante, che il produttore ha voluto dedicare al figlio minore, Giacomo. Il colore rubino tende elegantemente a riflessi porpora. Comunica subito gioventù. Le sensazioni al naso sono calibrate, calme, con note di lampone e ciliegia ed una leggera nota vegetale. La ciliegia si conferma anche all’assaggio, con una leggera nota di cacao amaro. Per essere un 2020 è molto interessante. Un vino che sa aspettare e che potremmo già utilizzare in abbinamento con un roast-beef o un carpaccio di tacchino.
Cantine Petrosino, Petros, IGP Terre Siciliane
Un vino che viene dal territorio di Marsala, nel Trapanese. Produzione 2019. Le vigne si affacciano direttamente sul mare, le abbiamo visitate e le consigliamo, soprattutto a chi siciliano non è, per godere appieno del fascino di quest’Isola meravigliosa. Fa solo acciaio. Il colore si presenta più cupo del precedente, più concentrato, sul rubino. Al naso è rotondo, con note di amarena, mora, ribes. Le note speziate sono già importanti e calde, quasi spezie orientali, pepe nero, curcuma, zenzero. In bocca il sorso è lungo, molto persistente, con un tannino rotondo e di buona compostezza gustativa.
Daidone Vini, Quad’ì, IGT Terre Siciliane
Anch’esso fa solo acciaio. Colore più sottile. Al naso, piccoli frutti rossi, ciliegia nera, carruba. Accenni a qualche nota balsamica, se non mentolata. In bocca, torna la mentuccia. La chiusura è molto piacevole. Il tannino è finora il più smussato dei tre vini assaggiati.
Botticella, Rosso Don Diego, DOC Sicilia
Assaggiamo un 2018. Note floreali molto importanti, frutta di grandissimo registro. Ci sono amarena, spezie dolci e piccanti, vaniglia, cannella, muschio. In bocca è evidente la morbidezza dei tannini, che regala sensazioni di sottobosco, terra bagnata in chiusura. Con un ragù di cinghiale darebbe la sua massima espressione.
Di Prima, Villamaura, DOC Sicilia
Al naso frutta quasi polposa, amarena, prugna, frutta candita. Sensazioni agrumate molto gradevoli, limone, cedro. La sua eleganza è confermata all’assaggio, con persistenza balsamica intensa, rabarbaro, note tostate. Il tannino è profondo e fa pensare a un abbinamento con carne alla brace.