Avanza a pieno ritmo la vendemmia 2022 del Pinot grigio del Nordest, la sesta per la DOC delle Venezie. In un quadro previsionale che impone maggiori riflessioni sul futuro della viticoltura italiana, il Consorzio delle Venezie si riconferma capofila delle principali DO di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino a favore di politiche condivise di gestione del potenziale di Pinot grigio
VERONA – Per il Pinot grigio DOC delle Venezie è in corso la vendemmia numero sei, in un’annata che ha messo a dura prova la resistenza di molte colture e la filiera agricola a livello nazionale, con previsioni di cali generalizzati delle rese o variazioni qualitative delle diverse varietà – in base alla specifica zona di produzione all’interno del Territorio – dovuti allo straordinario andamento stagionale caratterizzato da siccità e stress termico. Per la DOC del Pinot grigio delle Venezie non sono attese differenze significative rispetto alle quantità del 2021 – in alcune province, quelle più pianeggianti servite da irrigazione di soccorso come Padova e Vicenza, si osservano a macchia di leopardo anche “segni più” in termini di volumi –, mentre a livello qualitativo si prevedono risultati che oscillano dal buono all’ottimo.
Una annata, la 2022, che come avvenuto per le ultime cinque stagioni sarà amministrata attraverso misure di gestione dell’offerta in un quadro di riconfermata e sempre più ampia sinergia con le altre Denominazioni del Sistema Pinot grigio del Nordest. Deliberata la misura precauzionale relativa alla diminuzione di resa e di uno stoccaggio amministrativo che, per la prossima stagione produttiva, viene tuttavia portata a 160 q/ha con 30 q/ha stoccati (si ricorda che lo scorso anno si raggiungevano 150 q/ha con 20 q/ha messi a stoccaggio). Dalla misura viene escluso il prodotto Biologico e viene altresì confermata la tracciatura delle produzioni sostenibili SQNPI per una eventuale gestione diversificata, cercando di fare fronte ad una lieve diminuzione dell’imbottigliato e in attesa di trovare soluzioni idonee alle problematiche che sono causa di questo rallentamento, legate in parte alla carenza di materie prime come il vetro bianco. In virtù dell’andamento di mercato, infatti, a marzo 2022 il Cda del Consorzio DOC delle Venezie aveva fatto richiesta di svincolo del prodotto stoccato atto a DOC delle Venezie proveniente dalla vendemmia 2021. Per analizzare alcuni numeri, al 1° settembre 2022 la Denominazione ha quasi toccato l’1,1 milioni di hl imbottigliati con una flessione del 16% sul 2021. In termini temporali, si tratta di un rallentamento di circa 40 giorni su un anno che, tuttavia ricordiamo, registrava risultati straordinari grazie ad un giugno da fuori quota, di fatto migliorando sensibilmente la diminuzione della disponibilità in giacenza.
Queste analisi sono tanto più significative poiché, da un confronto dei dati del Sistema Pinot grigio, si evidenzia un rallentamento delle riclassificazioni a ‘delle Venezie’ in favore di un trend positivo sugli imbottigliamenti delle altre principali Denominazioni, per le quali in molti casi si prospetta a fine anno un ampio risultato positivo sul precedente 2021. Rispetto alle giacenze, peraltro, il trend attuale potrebbe portare all’utilizzo di tutto il patrimonio oggi in disponibilità in tempi non troppo lunghi, favorendo un maggior valore al prodotto fresco in arrivo nei prossimi mesi.
Non ultimo, già dal 2020 le principali DO del territorio – Garda, Grave, Friuli, Valdadige, Trentino, Vicenza, Venezia ed Arcole – avevano iniziato un programma di condivisione della misura precedentemente messa in atto dal Consorzio delle Venezie per una gestione coordinata delle disponibilità attraverso quello che viene chiamato “blocco degli impianti” (di fatto viene sospesa l’idoneità a rivendicare le uve) portando alla comune richiesta di rinnovo per il prossimo triennio della sospensione alla rivendica di tutto il Pinot grigio delle principali DO del Triveneto legate alla varietà (ovvero quelle sopraccitate) dei vigneti messi a dimora dopo il 31 luglio 2021.
Con i suoi oltre 27mila ha di vigneto di cui 14 mila direttamente rivendicati, “la DOC delle Venezie, la più estesa a livello nazionale, rappresenta oggi una garanzia di stabilità per il sistema produttivo delle tre regioni di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, è chiamata a gestire oltre al proprio potenziale anche i quantitativi riclassificati da parte delle altre DO territoriali, garantendo sia un importante equilibrio di Sistema delle DO del Triveneto a produzione di Pinot grigio sia valore e accreditamento per la varietà prodotta nel nostro areale, non solo a DOC delle Venezie. Sarà fondamentale quindi continuare a lavorare congiuntamente per una politica ampia di programmazione della produzione con le denominazioni del Nordest e ad attivare misure straordinarie di gestione dell’offerta da immettere sul mercato, quali mitigazione delle rese, blocco degli impianti e stoccaggio amministrativo, che ci hanno permesso di raggiungere oggi importanti risultati”, dichiara il Presidente del Consorzio di Tutela DOC delle Venezie Albino Armani.
Un progetto importante, quello del coordinamento tra Denominazioni, che unitamente al lavoro di controllo costante delle informazioni relative a riclassificazioni, giacenze ed imbottigliamenti chiama il Consorzio delle Venezie ad essere il punto di equilibrio non solo del Pinot grigio ma anche di tante altre varietà del Nordest che compongono il “Bianco DOC delle Venezie”, importante punto di ricaduta per la pratica del taglio e non solo, ulteriore opportunità di valore per il Triveneto vitivinicolo.
A proposito del Consorzio di Tutela Vini DOC delle Venezie
Il Consorzio delle Venezie DOC nasce nel 2017 dalla comune volontà dell’intera filiera vitivinicola del Nordest d’Italia di creare il più grande modello di interazione sovraregionale, includendo in una unica grande Denominazione la Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, la Provincia Autonoma di Trento ed il Veneto. La DOC delle Venezie ha l’obiettivo di assicurare la tutela e la valorizzazione della denominazione di origine del Pinot grigio, varietà che nel Triveneto ha trovato il suo territorio d’elezione: qui viene infatti prodotto in percentuale l’85% del pinot grigio italiano ed il 43% di quello mondiale, con un unico areale che va dalle Dolomiti al Carso, dal Lago di Garda fino alla Laguna di Venezia e all’Adriatico. Il Pinot grigio è oggi vino-vitigno che ha saputo più di tutti conquistare i consumatori internazionali, considerato soprattutto che la quasi totalità del Pinot grigio prodotto nel Nordest viene venduto oltre confine.