Il formaggio Asiago protagonista della DOP Economy italiana

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La specialità veneto-trentina, sempre più apprezzata anche all’estero, vince al Concorso Internazionale di Lione dei formaggi e latticini

VICENZA – Il formaggio Asiago conferma il ruolo di interprete della Dop Economy nazionale nel XXII rapporto ISMEA-Qualivita, fotografia del mondo delle indicazioni geografiche. Segnalato tra i primi 15 prodotti cibo DOP e IGP italiani, l’Asiago DOP, dopo i riconoscimenti ottenuti ai World Cheese Awards, vince al Concorso internazionale dei formaggi di Lione con l’Asiago Fresco Riserva Prodotto della Montagna e lo Stravecchio Prodotto della Montagna, segno del crescente apprezzamento anche all’estero e nei circuiti gourmet.

In un’economia capace come poche altre di apportare benefici al sistema Italia e rappresentare, con oltre 20 miliardi di euro di valore produttivo, pari al 19% dell’agroalimentare nazionale, una leva strategica del Made in Italy nel mondo, il Veneto si conferma, con 4,85 miliardi, la prima regione d’Italia per impatto economico del sistema DOP e IGP. Il formaggio Asiago, la sua denominazione d’origine tra le più conosciute ed apprezzate in Italia e all’estero segna una crescita a valore, nel 2023 rispetto al 2022, in produzione (+13,3%), consumo (+12,7%) ed export (+6,9%).

Il crescente gradimento nel mondo del formaggio Asiago premia l’impegno del Consorzio Tutela Formaggio Asiago nel valorizzare una produzione basata sugli elementi unici e identitari e conferma dell’alta qualità raggiunta. Un percorso che, dopo i successi ottenuti ai World Cheese Awards, ha visto l’Asiago Fresco Riserva Prodotto della Montagna conquistare una medaglia d’oro e lo Stravecchio Prodotto della Montagna un argento al Concorso Internazionale di Lione, la prestigiosa rassegna con più di 1700 formaggi da oltre 49 paesi in gara.

Questi risultati non solo riconoscono l’eccellenza del prodotto ma, per il Consorzio di Tutela, nell’ambito dell’evoluzione del proprio ruolo definito dal recente regolamento europeo 2024/1143, esprimono l’impegno a farsi promotore di una “Dop economy” volano di visibilità, promotrice di nuove opportunità per il territorio d’origine e di un turismo rispettoso dei luoghi e dell’ambiente.

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