La 57esima edizione di Vinitaly premia la Denominazione amiatina, che guarda al futuro con ottimismo. All’impegno green si affianca il progetto di estensione dell’areale ai territori amministrativi montani
L’edizione 2025 di Vinitaly si è chiusa con un bilancio più che positivo e nutrito di grande ottimismo per il Consorzio Tutela Vini Montecucco, che quest’anno è tornato in scena al salone scaligero per celebrare il suo 25° anniversario: un quarto di secolo dedicato alla valorizzazione di un territorio autentico e di un Sangiovese unico e peculiare – “l’altro Sangiovese” della Toscana – che continua a crescere e a guadagnare riconoscimenti internazionali facendo leva sul rispetto dell’ambiente e sull’enoturismo.
Oltre al banco istituzionale – con una selezione di 30 etichette delle diverse tipologie della Do (Vermentino DOC, Rosso DOC, Rosso DOC Riserva, Sangiovese DOCG e Sangiovese DOCG Riserva) e un totale di 16 aziende – lo stand ha ospitato al proprio interno sette aziende co-espositrici a rappresentare la ricca tradizione vinicola di questo affascinante e selvaggio volto della Toscana. Una delle principali novità di quest’anno è stata la presenza di un banco dedicato al Biodistretto del Montecucco, voluta anche per sottolineare il grande impegno della Denominazione sul fronte della sostenibilità. Quella del Montecucco, infatti, è una denominazione con un’anima green fin dalla sua creazione e oggi oltre il 90% della produzione dei soci del Consorzio è biocertificata.
“Nell’anno del suo 25° anniversario, il Consorzio del Montecucco ha registrato un’ottima affluenza allo stand di Vinitaly” ha dichiarato il Presidente Giovan Battista Basile. “Lo spazio consortile – che quest’anno contava tra le aziende co-espositrici anche il Distretto Biologico del Montecucco, istituito lo scorso novembre a rafforzare ulteriormente il ruolo della regione Toscana come leader nella sostenibilità – ha accolto un significativo e costante flusso di visitatori, molti dei quali si sono fermati anche senza appuntamento, a testimonianza di un interesse crescente nei confronti della Denominazione. Le aziende partecipanti si sono dichiarate molto soddisfatte, con risultati superiori rispetto all’anno precedente”.
Buono il feedback dai mercati internazionali, dove il Consorzio sta lavorando bene e vivendo un momento di grande fermento, anche se non manca la preoccupazione per i possibili effetti dei dazi sull’economia globale. Tra i mercati esteri di riferimento, infatti, gli Stati Uniti occupano una posizione di rilievo per la Denominazione, con una quota di export che sfiora il 20% sul totale. Commenta Basile: “La recente decisione di ridurre la tassazione al 10% per un periodo di 90 giorni offre un segnale rassicurante, ma un eventuale aumento dei dazi rappresenterebbe un duro colpo per tutto il comparto, al quale ci stiamo preparando con grande attenzione: i dazi rischiano infatti di colpire trasversalmente l’intero settore vinicolo e, in questo contesto, il ruolo dei Consorzi di Tutela diventa fondamentale per evitare la convergenza di elementi sfavorevoli quali stagnazione economica, calo dei consumi, mutamenti negli stili di vita delle nuove generazioni e nuove restrizioni normative”.
In quest’ottica e anche per meglio rispondere ai nuovi trend di consumo, il Consorzio ha recentemente avviato un importante progetto di ampliamento e ridefinizione dell’area di produzione delle uve destinate ai vini Montecucco DOC e Montecucco Sangiovese DOCG. L’iniziativa prevede l’estensione dell’attuale areale ai territori amministrativi montani che, ad oggi, risultano esclusi dal disciplinare di produzione nei sette comuni riconosciuti: Cinigiano, Civitella Paganico, Campagnatico, Castel del Piano, Roccalbegna, Arcidosso e Seggiano. “La proposta di estensione – ha spiegato Basile – nasce dall’esigenza di adattarci ai cambiamenti climatici in atto. Dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea dei Soci, stiamo sviluppando un progetto concreto che mira ad includere le aree montane dei sette comuni produttori nella zona della Denominazione di Origine. Ciò comporterà una richiesta formale di modifica del disciplinare, che verrà presentata nei prossimi mesi”. Le zone montane dell’areale del Montecucco, un tempo considerate marginali per la viticoltura, oggi si stanno infatti rivelando particolarmente adatte alla produzione di uve di alta qualità grazie a diversi fattori, tra cui temperature più fresche e costante ventilazione alle quote elevate, che favoriscono una maturazione più lenta e bilanciata dei grappoli. Inoltre, i terreni vulcanici presenti nell’area contribuiscono, grazie alla loro composizione peculiare, a conferire caratteristiche uniche ai vini. Tutti questi elementi rappresentano un’opportunità anche sul fronte della comunicazione, che vede una rinnovata attenzione verso i vini di montagna, sempre più apprezzati a livello nazionale ed internazionale.